Fin dall’alba dei tempi, l’uomo ha sempre avuto il bisogno di comunicare con determinate persone escludendone delle altre, talvolta per motivi di sicurezza, altre volte per vezzo ed altre ancora per identificarsi meglio in un determinato gruppo sociale. Altro motivo di ricerca lessicale non comune, è involontariamente scaturito dalla specializzazione e dalla raffinazione di gergo riguardante determinati ambiti, ad esempio lavorativi o scientifici, in cui l’inevitabile presenza di svariati tecnicismi estromettono automaticamente chi non fa parte del gruppo stesso in cui vengono utilizzati. È da notare inoltre come, si ripresentino in modo ciclico, dell’evoluzioni gergali appartenenti alle fasce d’età adolescenti e pre-adolescenti, questo fenomeno, creato volontariamente dai ragazzi per estromettere dalla comprensione della loro comunicazione gli adulti, considerati esterni al gruppo, si affianca a quello involontario e fisiologico dell’evoluzione lessicale derivata dall’innovazione tecnologica ad esempio, che porta i meno giovani sopratutto a non capire determinati segmenti comunicativi. Quest’ultima viene definita fisiologica proprio perché viene ritenuto normale l’abbandono e l’inserimento di vocaboli, col passare degli anni e con lo sviluppo di tutti gli altri ambiti che riguardano la vita dell’uomo. Un'ultima analisi concernente il fenomeno di “alienazione comunicativa” riguarda infine l’attribuzione di significati nuovi o diversi a termini già di utilizzo comune, da questo sviluppo nascono spesso situazioni ironiche per le quali si tende a definire qualcuno o qualcosa con termini che normalmente esprimerebbero l’esatto contrario. C’è da ricordare infine, che qualunque aspetto riguardante emarginazione-emancipazione del linguaggio sarà sempre soggetto ad evoluzioni visti i molteplici ambiti d’uso: nella guerra, nella sociologia e nell’evoluzione tecnico-scientifica.